Progetto "salici" - Il Parco per l'alluvione

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Progetto "salici"

Gli interventi > Ricerca e sperimentazione
La necessità di reperire materiale vegetale idoneo agli interventi di ingegneria naturalistica, oltre che di sicura provenienza ed origine autoctona, ha spinto il Parco ad elaborare un progetto di ricerca per la selezione di cloni locali, provenienti da diverse popolazioni di salici (Salix sp. pl.), con il fine di misurare la loro differente capacità di attecchimento, attraverso tecniche tradizionali di propagazione vegetativa (talee e astoni).

La ricerca è stata condotta dal Servizio "Ricerca e Conservazione" del Parco in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali dell'Università degli Studi di Firenze.
Tali indicazioni sono state recepite nella Convenzione, stipulata il 7 settembre 1999, tra il Parco e la Comunità Montana della Garfagnana, in un quadro più ampio di "azioni connesse alla conservazione del patrimonio genetico vegetale", da svilupparsi presso il Vivaio forestale di Camporgiano (Lucca).
Le specie selezionate per sperimentare le capacità rizogene delle popolazioni apuane delle stesse, sono:
- Salix apennina Skwortsov
- Salix caprea L.
- Salix elaeagnos Scop.
- Salix purpurea L.
- Salix triandra L.
per ognuna delle specie sopra elencate sono state individuate  più località di raccolta nell'area più interna delle Alpi Apuane. Si è poi passati a selezionare le migliori piante madri, da cui prelevare, in diversi periodi dell'anno, idoneo materiale di propagazione vegetale.
Le talee di salice così ricavate sono poi state messe a dimora, in piena terra ed in vaso, presso il Vivaio forestale di Camporgiano, gestito dalla Comunità Montana della Garfagnana, e presso l'Orto sperimentale della sede del Parco di Massa.

I primi risultati della ricerca hanno dimostrato che le popolazioni apuane delle specie selezionate presentano analoghe capacità rizogene rispetto a quanto noto in letteratura per altri territori. Se da un lato Salix capraea conferma una notevole difficoltà di attecchimento, indipendente dal periodo di messa a dimora, dall'altro lato si ottengono risultati soddisfacenti, e peraltro attesi, per S. purpurea, S. triandra e S. eleagnos, pur in presenza di una flessione di risultato con il progredire della buona stagione.
Del tutto nuovi e soddisfacenti sono stati gli esiti di radicamento delle talee di S. apennina.

Per poter effettuare interventi di ingegneria naturalistica efficaci e corretti, anche da un punto di vista biotecnico, il Parco ha fornito indicazioni sulle principali specie arboree ed arbustive ritenute idonee per interventi di recupero ambientale in ambito fluviale.
Per ogni specie sono state indicate le principali esigenze ecologiche, stazionali, nonché le carattistiche morfologiche e fisiologiche salienti, non mancando di indicare le zone di diffusione e di distribuzione altimetrica all'interno del territorio delle Alpi Apuane.

Tali indicazioni sono state recepite dalla Regione Toscana ed approvate come allegato  alla deliberazione del Consiglio Regionale n. 289 del 23 luglio 1997, in cui si approva il programma sperimentale di opere di rinaturalizzazione con i fondi del Regolamento comunitario n. 2081/93.
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