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07/07/2018
Antibiotico-resistenza rivelata da uno studio sulla flora batterica della fauna delle Apuane
A study highlights antibiotic-resistant in bacteria present in fecal samples from free-ranging animals in Apuan Alps



Nell’ambito del 72° Congresso della Società Italiana delle Scienze Veterinarie (SiSVet) tenutosi a Torino dal 20 al 22 Giugno 2018 sono stati presentati i risultati di una ricerca svolta presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e l’Università di Lublino in collaborazione con il Parco Regionale delle Alpi Apuane. L’indagine svolta ha riguardato il sempre più attuale problema dell’antibiotico-resistenza ed il potenziale ruolo della fauna selvatica quale reservoir di microrganismi resistenti. Infatti, sebbene la presenza di questi germi sia ben documentata negli animali da allevamento, molti meno dati sono disponibili relativamente alla fauna selvatica. La presenza di batteri resistenti in animali selvatici che vivono liberi in un ambiente privo di antibiotici e quindi della specifica pressione selettiva, rappresenterebbe un importante campanello di allarme. Lo scopo della ricerca è stato quindi quello di isolare, identificare e valutare la suscettibilità agli antibiotici, nonché la presenza di fattori di patogenicità in Escherichia coli isolati da campioni fecali di animali selvatici residenti all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane. E. coli è una specie microbica normalmente presente nell’intestino degli animali ed essendo facilmente coltivabile in laboratorio rappresenta un ottimo microrganismo “indicatore”. Le specie animali incluse nel lavoro sono state lupo, volpe, tasso, capre selvatiche, cinghiale, cervo, capriolo e lepre. I risultati preliminari del lavoro hanno evidenziato la presenza prevalente di E. coli non patogeni, ma con tratti di antibiotico-resistenza. Le percentuali di resistenza più elevate sono state osservate per alcuni antibiotici beta-lattamici (cefalotina ed ampicillina), comunemente utilizzati sia in medicina umana che veterinaria. Questo fatto mette in evidenza come vari comparti -insediamenti umani, allevamenti, ambiente naturale- siano strettamente interconnessi tra di loro, soprattutto in virtù del fatto che diverse specie animali con diverse abitudini alimentari e home-range possono accumulare più o meno microrganismi, con i carnivori quali massimi accumulatori, e disseminare i microrganismi lungo ampie distanze. Una nota positiva è rappresentata dal fatto che non sono stati rilevati E. coli produttori di beta-lattamasi ad ampio spettro (ESBLs). Questo gruppo di microrganismi infatti rappresenta attualmente uno tra quelli che desta la maggiore preoccupazione poiché in grado di produrre specifici enzimi che vanno a disattivare anche gli antibiotici beta-lattamici di ultima generazione.
Dr.ssa Barbara Turchi (Dipartimento di Scienze Veterinarie di Pisa)

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