ULTIMORA


08/10/1957
Dalle Azzorre nuovi stimoli e sfide per i Geoparchi…
New incitements and challenges for the Geoparks after the EGN Conference and Meeting at Ponta Delgada (Azores)…



Alla distanza di un mese dal Meeting e dalla Conference dei Geoparchi europei è giunto il momento di esprimere alcune considerazioni sul merito dell’evento e di quanto vi è ruotato attorno. L’appuntamento di Ponta Delgada nelle Azzorre potrebbe risultare davvero un punto di svolta per l’attività della Rete europea e mondiale, così come della Commissione nazionale italiana, Parco/Geoparco delle Apuane compreso.
C’è la netta sensazione che l’Unesco voglia migliorare la performance complessiva di tutto l’International Geoscience and Geoparks Programme, “alzando l’asticella”, per rubare un’espressione ad Alessia Amorfini, da lei efficacemente usata nel dibattito post-Conference. Dopo aver trovato un assetto all’organizzazione appare evidente che, per il Bureau di Parigi, il prossimo passo sarà stabilire e poi raggiungere obiettivi più sfidanti e soprattutto più ambiziosi.
È pur vero che rispetto agli altri due programmi Unesco – Patrimonio mondiale dell’Umanità (WHL) e Riserve della Biosfera (MAB) – quello dei Geoparchi (IGGP) ha ben altri criteri e ben altro rigore nell’assegnare e confermare il titolo ogni quattro anni. Non è sufficiente possedere elementi di cultura, paesaggio e/o ambiente di rilevante valore. Per i Geoparchi conta soprattutto l’attività di promozione e conservazione che si costruisce intorno alle proprie eccellenze, insieme alle relazioni che si stabiliscono con gli altri soggetti presenti nelle Reti nazionale, continentale e globale. Così si spiega, ad esempio, perché l’Etna – il vulcano più alto d’Europa come direbbe Dellarole – fa parte della lista WHL e non dell’IGGP.
Nonostante un lavoro assai più impegnativo rispetto alle altre label Unesco, ai Geoparchi verrà sicuramente richiesto uno sforzo ulteriore per continuare a far parte del programma a loro dedicato. Lo si è capito dal maggiore spazio che – all’interno del Meeting e della Conference delle Azzorre – hanno avuto i working group e i workshop. Lo si capirà meglio in futuro quando ancora più complesse e selettive risulteranno le ammissioni e le rivalidazioni.
Essere Geoparchi significa già oggi proporre, fare insieme e non fregiarsi passivamente di un titolo prestigioso. Significherà domani meritarselo ogni giorno di più.
Nelle Azzorre, il nostro Geoparco e il gruppo dei colleghi italiani hanno dimostrato che è possibile accettare la sfida a livelli ancora più competitivi. Sarebbe sufficiente ponderare il numero dei contributi presentati e la qualità dei loro contenuti. Da parte nostra è impossibile non rimarcare i positivi riscontri ottenuti dopo la presentazione dei risultati del progetto “Rains & Ruins” sulla riduzione dei rischi da disastri naturali, intravedendo pure quali sviluppi futuri si possono aprire dietro l’iniziativa. Questa esperienza locale – partita dall’alluvione del 19 giugno 1996 – può veramente rappresentare la base utile per costruire strumenti di educazione e di comunicazione validi quanto meno per il territorio nazionale, se non per aree geografiche più estese.
Non va poi sottaciuto il ruolo di primo piano che ha recitato la nostra Alessia Amorfini, alla sua prima esperienza nell’Advisory Committee e, soprattutto, durante la non semplice presentazione dei contributi fattivi del Parco/Geoparco delle Alpi Apuane. Analoga cosa possiamo dire di Aniello Aloia, Maurizio Burlando, Edoardo Dellarole, Marco Firpo, Joseph MasèViolet Masè e Giuseppe Ottria, che hanno illustrato i propri lavori, anche a nome di altri loro colleghi, durante l’ultimo evento di Ponta Delgada.
Nei giorni del Meeting e della Conference qualcuno ha ironizzato sul valore della partecipazione dei Geoparchi italiani a questo appuntamento, lodando invece quanto fatto dalla delegazione spagnola. Prendendo in prestito un esempio dalla cronaca calcistica il solito commentatore ha scritto di un umiliante 3-0 beccato dagli iberici, al termine di una partita dove gli italiani non avrebbero mai tirato in porta.
Non sappiamo quale partita abbia mai visto il nostro caro estimatore, perché non era sugli spalti e neppure segnalato in tributa stampa dello stadio di Ponta Delgada. D’altra parte, per capire e commentare questo match bisognerebbe averlo seguito almeno in televisione. Purtroppo nessuna emittente lo ha trasmesso e le foto strappate ai social network offrono solo una visione molto parziale dell’evento.
Possiamo comunque ovviare a questo deficit di conoscenza e comunicazione, invitando tutti a dare un’occhiata alla fotocronaca (attraverso il link sotto indicato), che le nostre pagine web pubblicano sempre dopo ogni Meeting e/o Conference.

Antonio Bartelletti

vai alla fotocronaca del Meeting e della Conference delle Azzorre


 



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