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30/06/2017
Un giorno storico: il Piano per il Parco è finalmente realtà. Cambiano confini e regole...
A historic day: Park Master Plan is finally real. Boundaries and rules change...



Si concludono i trenta giorni dalla pubblicazione dell'avviso sul B.U.R.T. e così oggi il Piano per il Parco può dispiegare le sue ali...
Al di là dell'usata metafora, molto più semplicemente il Piano è cosa reale e soprattutto efficace.
Da oggi cambiano dunque diverse situazioni rimaste pressoché immutate dal 1997, cioè dall'anno di istituzione dell'Ente Parco Regionale delle Alpi Apuane.
Si modificano immediatamente i confini dell'area protetta, che disegnano un territorio differente rispetto al passato e ristabiliscono un valore complessivo di superficie di 206 kmq. La stessa cosa avviene per l'area contigua che aumenta leggermente fino a 297 kmq, mentre rimangono inalterate le aree estrattive, cristallizzate sul valore di 16 kmq.
Ma pure all'interno dell'area parco non c'è più un'indistinta superficie a cui si applicano generiche misure di tutela e conservazione. Da oggi il territorio protetto è zonizzato, cioè sottoposto a diverso grado di salvaguardia, con regole differenziate a seconda della "zona" di sua classificazione. Ci sono anche sulle Alpi Apuane le "riserve integrali" (zone A) che rappresentano complessivamente 10 kmq di superficie sottoposta a stretta protezione, quasi come fossero aree wilderness. Ne fanno parte settori ed angoli di grande valore naturalistico, quali il monte Borla, la valle di Fagli, i versanti settentrionali del Pizzo d'Uccello, Pisanino, Cavallo, Contrario e Corchia, quelli meridionali del Sumbra-Fiocca, le balze del monte Rovaio, le aree umide del Tontorone e di Fociomboli. Si tratta in tutti i casi di biotopi e habitat da preservare in modo specifico per criticità endemiche o perché sottoposte a minacce non solo portate dalla presenza umana.
Un'altra buona fetta di Parco è stata inserita tra le "riserve orientate" (zone B), di cui 121 kmq di "tipo naturalistico" (gran parte delle aree elevate della catena insieme alla fascia medio-alta montana) e 9 kmq di tipo "paesistico-culturale" (le superfici degli alpeggi storici). Nelle "riserve orientate" il divieto di edificazione acquisisce un valore elevato perché gli unici interventi ammissibili sono quelli di tipo manutentivo ordinario e straordinario. Si aggiungono poi i divieti di modifica del regime delle acque, di movimento rilevante di terreno, di trasformazione di incolti in aree coltivate e di apertura o il completamento di strade extraurbane di qualsiasi tipologia, d’uso pubblico e privato, fatte salve le piste forestali e di esbosco.
Mancano all'appello le zone di protezione (zone C) per un totale di 66 kmq, che sono destinate alla continuazione delle attività agro-silvo-pastorali, secondo gli usi tradizionali e/o i metodi di agricoltura biologica. Il divieto di nuova edificazione eccepisce qui per i manufatti aziendali necessari allo svolgimento delle attività agricole, mentre sul restante patrimonio edilizio sono sempre possibili gli interventi manutentivi e quelli di restauro e di risanamento conservativo.
Per saperne di più è opportuno consultare la pagine web del Piano per il Parco, sulle pagine dell'amministrazione trasparente dedicate alla pianificazione, in cui sono consultabili e scaricabili tutti gli elaborati testuali e cartografici di questo strumento di attuazione dell'area protetta.

Antonio Bartelletti

vai alla pagina web del piano per il parco



 



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