ULTIMORA


18/06/2016
È sospesa la mostra sull’Alluvione del ’96 … “regaliamo la nostra assenza a chi non dà valore alla nostra presenza”…
The Flood in Versilia and Garfagnana twenty years ago: the Park exhibition is suspended – “we give our absence to who does not value our presence”…



Oggi è la vigilia del Ventennale dell’Alluvione in Versilia e in Garfagnana. Il programma delle celebrazioni prevedeva, in questa data, l’inaugurazione della mostra fotografica e documentaria “Il Parco per l’Alluvione”.
L’evento non ci sarà né oggi e neppure nelle settimane, se non nei mesi, a venire. L’evento non è annullato, ma temporaneamente sospeso per diverse ragioni, alcune oggettive, altre contingenti.
Il contenitore della mostra – Palazzo “Rossetti” a Seravezza – non è ancora completamente attrezzato per garantire un allestimento decoroso e consono all’iniziativa. I ritardi nelle rifiniture interne di recupero funzionale ultimato e di nuova destinazione dei locali, rappresentano la principale ragione di questo primo e principale ostacolo alla realizzazione della mostra.
Altre difficoltà si sono aggiunte nel definire, nel dettaglio, il percorso illustrativo dell’allestimento. A vent’anni di distanza è sembrato doveroso rileggere e riscrivere quanto accaduto in quei dolorosi frangenti attraverso nuove chiavi di lettura. Il pericolo da scongiurare è il rispolvero di quanto conservato nei cassetti e dunque la riproposizione di testi troppo usati e di immagini viste e riviste.
Innovare schemi ed impostazioni, oltre il convenzionale e lo stereotipato, non è cosa affatto facile e richiede molto tempo e dura applicazione. Questa nuova strada porta inevitabilmente a diluire la cosa nel futuro prossimo, perché permanga la volontà di onorare l’impegno preso, nonostante i modi e i termini pubblicizzati.
Da alcuni mesi, un piccolo gruppo di curatori – tutto interno agli Uffici e al Comitato scientifico del Parco – sta producendo il massimo sforzo possibile per ottenere un risultato in linea con le aspettative. D’altra parte, risorse per incarichi esterni non ci sono più e dunque – se si vuole realizzare la mostra – bisogna fare di necessità virtù, aggiungendo lavoro a lavoro.
Durante la fase di progettazione è anche cambiato il target di riferimento e dunque sono mutati gli obiettivi di fondo dell’iniziativa, così come il taglio e l’approccio comunicativo. In origine, la mostra doveva svolgersi prevalentemente in estate – dal 18 giugno al 4 novembre 2016 – per concluddersi proprio nel giorno del 50° anniversario dell’alluvione di Firenze. Con questa finestra temporale, l’evento avrebbe avuto soprattutto i turisti estivi come potenziali visitatori, oltre ad assumere un carattere eminentemente celebrativo.
Oggi emerge l’ipotesi alternativa di invertire le date di apertura e di chiusura (dal 4 novembre 2016 al 18 giugno 2017) in modo da guardare soprattutto a scuole e studenti come target principale e così utulizzare gli otto mesi di apertura come opportunità educativa unica nel suo genere. La scelta sta procedendo proprio nella direzione di modificare il percorso espositivo e di farne uno strumento didattico-divulgativo. Il tutto è finalizzato a riassumere e restituire, in modo accessibile, i modelli scientifici elaborati nei venti anni successivi all’Alluvione, per un’interpretazione aggiornata delle dinamiche dell’atmosfera, delle frane lungo i versanti, del ruolo della vegetazione, ecc., comunque non limitati a quel 19 giugno 1996.
C’è infine un’ultima ragione contingente che ha portato e porterà ad annullare o sospendere, da ora in avanti e a seconda dei casi, questa come altre iniziative pubbliche del Parco, che nascono e si realizzano con il contributo pressoché esclusivo della struttura operativa dell’ente. Negli ultimi anni, i dipendenti non hanno mai fatto mancare il loro fondamentale e talvolta totale apporto creativo ed logistico ai programmi di valorizzazione turistica e culturale. Ciò è sempre avvenuto nonostante la situazione più volte denunciata di carenza assoluta ed insostenibile di risorse economiche e di progressiva diminuzione delle risorse umane in servizio, senza interventi eseguiti o in cantiere di mitigazione o contenimento delle criticità.
Niente dunque da dire riguardo ai giudizi ingenerosi e strumentali che piovono dall’esterno sulle iniziative promozionali dell’ente. Sono soltanto provocazioni “di pancia”, frutto dell’ignoranza diffusa e degli effetti negativi di quell’esasperata vulgata che purtroppo accompagna, da qualche anno, ogni accadimento collegabile al Parco.
Invece, qualcosa ci sarebbe da commentare rispetto a ricorrenti manifestazioni interne, talvolta d’indifferenza o di mancato sostegno e partecipazione. Ancora di più ci sarebbe da ridire su casi documentati di negazione pubblica dell’esistenza o del valore di quanto realizzato, dimenticando come molte iniziative siano spesso offerte oltre l’obbligo della prestazione lavorativa.
Non si legga nella nostra reazione di “annullare” e “sospendere” una sorta di sciopero bianco. Tutt’altro!
Nonostante sia palpabile il dolore morale per l’offesa patita, in noi sovviene sempre il dubbio di non aver fatto abbastanza per motivare e rendere più interessante le iniziative proposte.
Da qui la necessità/volontà di concentrare le poche risorse su un minor numero di appuntamenti, ma soltanto per far meglio, in attesa di tempi più favorevoli...
In futuro, ci saranno dunque più pause di riflessione tra evento ed evento. Ci sarà più spazio sospeso ed utile a far capire – prima che sia troppo tardi – il valore di una “non presenza” che speriamo solo temporanea.
Oggi, c’è solo il silenzio eloquente… forse il miglior tributo per ricordare i tragici eventi del 1996…

Antonio Bartelletti


 



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