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10/05/2020
L’Olivo a Bosa di Careggine: inizia la coltivazione sperimentale nel tempo della pandemia e del riscaldamento globale
The Olive Tree in the Geopark Farm at Bosa di Careggine: the experimental cultivation begins in the global warming age and Covid-19 pandemic period



Riprende l’attività agricola nella Geopark Farm di Bosa di Careggine all’inizio della fase 2 dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il primo intervento degno di nota è avvenuto in settimana con la messa a dimora di un piccolo oliveto a 850 metri di altitudine, per sperimentare produttività e adattamento a condizioni ambientali verso il limite climatico, benché in progressiva variazione stante il riscaldamento globale in atto. E così, dopo la Vite, un’altra coltura tipicamente mediterranea fa la sua comparsa, per la prima volta o quasi, nella fascia montana delle Alpi Apuane.
Il primo impianto realizzato utilizza varietà di Olivo (Olea europaea L.) con particolari caratteristiche di maturazione precoce, resistenza al freddo, elevata produttività ed attitudine all’impollinazione incrociata. La scelta è infatti caduta sulle cultivar Leccino, Maurino e Santa Caterina che – alle qualità sopra dette – aggiungono il fatto non secondario di essere tipiche del territorio toscano. Anzi, la seconda e la terza hanno la loro zona di origine nella provincia di Lucca.
All’altitudine di Bosa di Careggine, la maggiore criticità per l’olivo sta nella sua relativa tolleranza ai rigori invernali e soprattutto alle punte estreme di temperatura al di sotto dei -10° C. In passato, queste minime eccezionali sono state talvolta raggiunte e superate nella zona di Careggine. Ulteriore fattore limitante, collegato al precedente, risiede qui nella minore durata e temperatura media della stagione vegetativa, rispetto alla pianura costiera e alla fascia collinare pedemontana. Per questo motivo, le varietà utili in questi luoghi devono presentare un ciclo più breve di maturazione dei frutti. Terzo ed ultimo limite, costretto in parte dai precedenti, consiste nell’autosterilità relativa o assoluta di quasi tutte le cultivar precoci e resistenti al freddo. Per non avere incidenze negative sulle produzioni annuali, le varietà impiegate devono garantire un’impollinazione incrociata (o eterogama) attraverso il vento. In altre parole, ogni varietà scelta deve funzionare come un buon impollinatore delle altre.
Ai fattori sfavorevoli sopra esposti, la zona di Careggine ne presenta altri comunque positivi. L’altitudine e la lontananza da aree olivate limiterà notevolmente l’insorgenza di malattie e l’attacco di parassiti, al di là della resistenza elevata che queste cultivar rustiche già garantiscono. In particolare, ci si attende una coltivazione indenne dalla mosca dell’olivo (Bactrocera oleae Gmelin) e da altri insetti e patogeni, da cui una minore necessità di interventi di protezione sulla coltivazione.

Antonio Bartelletti


 



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