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30/01/2020
Un nuovo Habitat di interesse comunitario nel Parco delle Alpi Apuane
The monitoring activity about rare and endangered plants allowed us to discover a new Habitat of European Community Interest inside an inactive marble quarry



Il grande valore naturalistico delle Alpi Apuane, soprattutto per quel che riguarda la biodiversità vegetale, è ormai noto e ampiamente riconosciuto a livello internazionale: circa 1/3 delle oltre seimila specie vegetali della flora italiana vive su queste montagne e si contano numerose specie endemiche, relitte e al limite dell’areale di distribuzione.
Dopo secoli di studi e di ricerche ancora oggi, con immutato interesse, gli studiosi rivolgono la loro attenzione alle Alpi Apuane, ne approfondiscono la conoscenza e soprattutto sottolineano l'urgenza di efficaci misure di conservazione volte alla salvaguardia dell'inestimabile patrimonio ambientale apuano.
Proprio al fine di delineare le misure di conservazione da attuare è in corso un progetto di monitoraggio floristico quadriennale nell’area protetta (2019-2022); il progetto prevede inoltre la sensibilizzazione naturalistica ed ambientale verso la componente vegetale di habitat ed ecosistemi dell’area parco e dell’area contigua.
Viste queste finalità, si vuole cogliere l’occasione data dalla ricorrenza della Giornata Mondiale delle Zone Umide (2 febbraio) per divulgare ufficialmente un importante risultato conseguito durante le prime fasi del monitoraggio, ovvero la scoperta di un nuovo habitat di interesse comunitario nel Parco legato proprio a questa tipologia di ambienti.

Alle zone umide di origine naturale se ne affiancano altre che si sono originate nel corso degli ultimi decenni per mano dell’uomo. È il caso di alcune cave inattive in cui, per cause diverse, si è accumulata una considerevole quantità di acqua che prima non permaneva a causa dell’infiltrazione nel sottosuolo.
Con la cessazione dell’attività estrattiva e la conseguente formazione di vasche d’acqua si stanno istaurando spontaneamente veri e propri ecosistemi del tutto assimilabili a quelli di zone umide: vegetazione acquatica, insetti acquatici, rettili e anfibi trovano qui le condizioni adatte dove poter vivere e riprodursi.

È stato il caso di Cava Valsora ed è stato il caso, di più recente scoperta, della Cava Puntello-Bore. Questa si trova alla quota di circa 700 m s.l.m. nel Canale di Cerignano e al suo interno si è formato uno specchio d’acqua che già a partire dall’inverno del 2018 aveva destato l’interesse dei botanici. Nel corso di vari sopralluoghi, che si sono succeduti tra il 2018 e l’inizio del 2020, è stata verificata la presenza di un consistente popolamento di Chara, un genere di alga molto antico (esisteva 500 milioni di anni fa), ma soprattutto habitat di interesse comunitario (“acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, codice 3140) che va ad aggiungersi agli altri facenti parte della Rete Natura 2000:.

In Italia l'habitat si ritiene molto diffuso, anche se al momento poco segnalato, e il suo ritrovamento in Apuane andrà a contribuire alla realizzazione di una cartografia, su scala nazionale, volta a dare informazioni sulla distribuzione di questi biotopi di particolare valore per le caratteristiche della vegetazione a Caroficee in essi insediata.

La scoperta di questo nuovo habitat di interesse comunitario, infine, rimarca l’importanza che assumono oggi i progetti di monitoraggio attualmente in corso nel Parco delle Alpi Apuane ai fini della conservazione della biodiversità nell’area protetta.

La segnalazione di questo zona umida di neoformazione per le Alpi Apuane sta inoltre a significare una situazione dinamica degli habitat e dei popolamenti di specie animali e vegetali, che trovano nuovi spazi e condizioni in cui potersi espandere: è una dimostrazione di come all’interno di alcuni siti di cava dismessi -con il tempo e senza disturbi antropici- si stiano insediando spontaneamente ecosistemi potenzialmente destinati a diventare sempre più complessi e strutturati, che potranno contribuire a incrementare ulteriormente l’ingente patrimonio naturalistico che già può vantare il Parco Regionale delle Alpi Apuane.
La biodiversità apuana assume oggi un significato culturale, oltre che naturalistico ed economico e per questo deve essere considerata una risorsa da tutelare e valorizzare.


 



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