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14/06/2015
Una nuova pianta endemica arricchisce la biodiversità del Parco: Orobanche apuana Domina & Soldano
A new endemic plant upgrades the Park biodiversity: Orobanche apuana is the new taxa discovered along the western slopes of Mt. Tambura on sunny carbonate rocks and dry pastures on lithosol



Quando si parla di Alpi Apuane vengono in mente diversi elementi rappresentativi e talvolta identitari di una regione particolarmente ricca di valori ambientali e naturalistici. Tra questi, la flora occupa un posto preminente e storicamente consolidato, soprattutto per l’antichità delle frequentazioni botaniche nelle Apuane e la continuità nel tempo dei risultati qui ottenuti dalle ricerche floristiche. Ciò che ha sempre attratto i botanici è la sorprendente biodiversità vegetale di questa isola biogeografica, che si distacca e si distingue dall’Appennino settentrionale per la prevalenza di substrati carbonatici e per una posizione al limite tra la regione mediterranea e quella centroeuropea.
La conseguenza di tutto ciò è il numero elevatissimo di specie vegetali presenti e la percentuale significativa, tra di loro, di entità esclusive e relitte.
Fino ad oggi, l’elenco floristico più accreditato attribuisce alle Alpi Apuane il 30,1% dei taxa della flora italiana, ovverosia 1.784 specie e sottospecie su un totale di 5.929. Si tratta di una concentrazione eccezionale, soprattutto se si confronta con i numeri assoluti di alcuni territori nazionali dell’Europa: Francia 4.375 specie; Germania 2.675; Gran Bretagna 1.637. Ancora più rilevanti sono i dati relativi all’incidenza quantitativa delle entità esclusive di questo territorio. In effetti, il numero di specie endemiche e sub-endemiche delle Alpi Apuane raggiunge il valore totale di 89, corrispondente al 5,0% del totale dei taxa. Se poi ci si concentra sulla flora delle vette e delle aree poste al di sopra del limite dei boschi, la percentuale di endemiti raggiunge addirittura il 10,1%.
Nelle zone più ricche di biodiversità non è sempre detto che sia più semplice e ricorrente scoprire nuove specie, soprattutto se l’area è stata oggetto, in passato, di approfonditi studi e ricerche. Tuttavia, le Apuane riservano ancora qualche gradita sorpresa, ma solo di tanto in tanto. Nel 2009 è stato il caso di Pinguicula apuana e Pinguicula mariae (quest’ultima dedicata alla cara amica Maria Ansaldi). Nel 2015 registriamo l’arrivo di una Orobancacea – Orobanche apuana Domina & Soldano – che viene inaspettatamente ad aggiungersi al prezioso elenco degli endemiti apuani.
Questa scoperta – pubblicata lo scorso maggio sulla rivista Phytotaxa – è opera di Gianniantonio Domina del Dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università di Palermo e, in particolare, di Adriano Soldano, cultore eccellente delle scienze botaniche ed autore di precedenti e fortunate ricerche nelle Alpi Apuane.
Per il momento sappiamo che questa nuova specie vive lungo le pendici occidentali del Monte Tambura, tra i 600 e i 1200 m sul livello del mare, in ambienti particolarmente aridi e caratterizzati da pascoli magri su litosuoli e pavimenti carbonatici. La specie è parassita esclusiva di un’altra specie endemica apuana: Santolina leuchanta o S. pinnata come diversamente detta (riportiamo la sinonimia per non prendere partito in una discussione nominale tuttora aperta).
È probabile che Orobanche apuana viva anche in altri luoghi del Parco, come dimostrerebbe una foto della stessa pianta scattata a Campocecina. Altrimenti, si tratterebbe di un’entità limitata ad un’unica stazione e ad un’unica popolazione di pochissimi esemplari e dunque in condizioni di elevato pericolo di estinzione.
Ad ogni modo, è da prevedere il suo prossimo inserimento nelle red list floristiche.

Antonio Bartelletti


 



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